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L’azienda agricola Foradori si trova nel cuore del Campo Rotaliano, una pianura alluvionale formata dal fiume Noce e sovrastata dalla roccia granitica.
Elisabetta Foradori affronta la sua prima vendemmia nel 1984 dopo aver studiato enologia a San Michele all’Adige; il suo intento è da subito quello di riaffermare l’importanza del Teroldego e del suo legame con quelle terre.
Negli anni novanta si dedica a un lavoro agricolo di rigenerazione, studiando la genetica dei vitigni autoctoni e scegliendo di riprodurre le varietà di Teroldego con la selezione massale.
La conversione alla biodinamica nel 2002 sarà un altro passo verso una concezione della produzione non più governata dalla sola tecnica ma orientata alla custodia e all’ascolto, in vigna come in cantina.
A metà degli anni duemila, grazie ai consigli e all’amicizia di Giusto Occhipinti, Elisabetta inizia a vinificare una parte dei propri vini in anfore spagnole che, grazie alla loro forma e alla porosità della terracotta, creano un ambiente favorevole per tutte le fasi di trasformazione del liquido.
