E il sacchetto? Il sacchetto riguarda la coltivazione.
L'idea di mettere, a giugno (quando il frutto è ancora delle dimensioni di una mandorla) un sacchetto protettivo su ogni pesca è il risultato di una lenta opera di comprensione, da parte dei contadini che incominciarono a curare questi piccoli alberi che nascevano spontaneamente tra gli agrumeti della zona. La tardività ed il gusto dei frutti attiravano sempre di più il loro interesse tanto che iniziarono ad impiantare gli alberi in veri e propri frutteti dedicati.
Purtroppo, con il crescere del numero di alberi, crebbero anche i problemi, primo fra tutti la mosca mediterranea, che attaccava i frutteti non appena la pesca raggiungeva la maturazione. Gli agricoltori pensarono quindi di insacchettare le singole pesche per proteggerle sia dalla mosca mediterranea che dagli agenti atmosferici. Il frutto così difeso cresce senza pericoli e senza bisogno di trattamenti chimici.
Grazie a questa particolare tecnica produttiva la pesca di Leonforte, il cui consorzio di tutela nacque nel 1996, è un Presidio Slow Food; nel 2010 ha inoltre ottenuto il riconoscimento IGP-Indicazione Geografica Protetta - dall'Unione Europea.
L’azienda agricola Samperi lavora nelle proprie strutture la Pesca di Leonforte IGP dall’albero fino alla trasformazione e al confezionamento.