Fabrizio Zagni-Le Api di Airole Fabrizio Zagni-Le Api di Airole Fabrizio Zagni-Le Api di Airole
Fabrizio Zagni-Le Api di Airole
Airole | Liguria

Miele di Millefiori di Ape Nera del Ponente Ligure Presidio Slow Food. Airole, Imperia, Liguria.

A volte sono le api che trovano la persona che diventerà poi un apicoltore e non il contrario!

Fabrizio alleva api dai primi anni del duemila, in un bellissimo paesino della Liguria di Ponente, ad Airole, al confine con la Francia.
La sua è una storia particolare e unica che merita di essere raccontata. Da sempre innamorato della sua terra, inquieto e curioso, è spinto dalla curiosità e dall'amore per gli altri e dalla curiosità di conoscere paesi e ambienti culturalmente molto lontani dall'Italia.

Fabrizio ha speso la sua vita nutrendosi della bellezza che lo circondava: le sue montagne, le Alpi Liguri ed il mare... arrampicare e andare per mare in kayak sempre cercando la bellezza di se stessi. Ma ben presto la pratica dell'alpinismo lo porta a diventare membro del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino fino a che, la guerra nei Balcani e l'esperienza vissuta, come volontario, in campi profughi, gli fanno capire che si può e si deve spendere una parte del proprio tempo per gli altri e che, la ricompensa ricevuta, in termine di umanità, è sempre maggiore di quello che si crede di poter dare.

Questa sua indole lo porta in giro per il mondo e ad adoperarsi in diverse missioni, a scopo umanitario, in paesi in stato di guerra. La sua ultima missione è in Afghanistan dove, per l'associazione Emergency, si occupa della costruzione di ospedali per vittime di guerra mettendo a disposizione la sua professione e le sue mani che hanno appreso i mestieri dei nonni e del padre.

Ma, agli inizi degli anni duemila, quando rientra dall'Afganistan, deve prendere una decisione importante: scegliere se partire per la successiva missione in Sudan o mettere su famiglia con Iolanda, la sua compagna che lavora come cameriera per il Principe di Monaco e abita nel Palazzo di Monaco... due mondi agli estremi...

La decisione è complessa: "quando una missione termina, a prescindere da luogo in cui è stata espletata, il rientro in Italia è un trauma" perché, ci riferisce Fabrizio,"ogni volta che si torna a casa ci si porta dietro tutto quello che si è vissuto, è come se si vivessero più vite insieme. Ma rimane tutto dentro, non è facile parlarne ed essere ascoltati veramente, essere capiti fino in fondo è quasi impossibile. Tutto diventa difficile, si va in crisi e trovare motivi per non ripartire è quasi impossibile".

Ma nella vita si hanno anche altre responsabilità e la scelta è lacerante: "da una parte la possibilità di una vita con Iolanda, una donna stupenda con la quale costruire una famiglia e dall'altra fare quello che si crede necessario e importante... quello che l'esperienza e la vita ci ha fatto conoscere e toccare con mano".

Dopo circa un mese dal rientro dall'ultima missione, mentre nella sua mente si aggirano ricordi, volti impolverati e voci che lo costringono a un doloroso silenzio e all'impossibilità di condividere i suoi sentimenti con chi non ha mai provato esperienze simili, una frase di Iolanda, che lo informa di un imminente corso per apicoltori, lo illumina.

Il silenzio si rompe: Fabrizio è affascinato dall'idea di avvicinarsi alle api allontanandosi dalla società che trova ormai ipocrita e insensata. Scopre anche che gli apicoltori sono persone curiose, pacate, non gridano ma parlano piano e senza violenza; parlano di una cosa cosi piccola e delicata come è l'ape... una cosa di cui prendersi cura.

Il colpo di fulmine è immediato. Le api permettono a Fabrizio di isolarsi nelle sue montagne ma anche di reintegrarsi nella società occidentale con un nuovo stimolo, quello della cura di un essere così piccolo, l'ape, e dell'ambiente in cui vive. Fabrizio, che risiede ad Airole, si trova in una zona di confine in cui due popolazioni di api, la bionda (Apis mellifera ligustica), endemica della penisola italiana, e la nera (Mellifera Mellifera), proveniente dalla vicina Francia, si sono, da millenni, naturalmente ibridate dando vita a un ecotipo ligure, comunemente chiamata Ape Nera del Ponente Ligure.

L' Ape Nera del Ponente Ligure è molto resistente: si è adattata molto bene al particolare microclima e alla flora locale gestendo le risorse e volando anche in condizioni climatiche avverse ma, nonostante la sua robustezza, la consistente introduzione di diverse sottospecie, verificatasi a partire dal secondo dopoguerra, ne ha causato una significativa erosione genetica, a cui, più recentemente, si è unita l’ulteriore minaccia di un insetto invasivo, la Vespa velutina o calabrone asiatico, che nutre le proprie larve cacciando le api in volo.

In questo contesto Fabrizio, che ama le sfide e i progetti più impegnativi, ha creato la sua apicoltura sostenibile Le Api di Airole con l'obiettivo di salvaguardare e tutelare l’Ape Nera del Ponente Ligure, allevandola, rispettando le api e il loro benessere, in un ambiente sano e pulito quale è quello delle montagne circostanti, per produrre un miele millefiori di macchia mediterranea, propoli e polline.

Fabrizio non si ferma; oltre a essere apicoltore e tecnico apistico dell’associazione Apiliguria:

  • fa parte del Comitato Tecnico Scientifico Tutela Api Autoctone, una sorta di comitato etico che, ispirandosi ai principi delle Convenzioni internazionali e delle Dichiarazioni dei diritti degli animali e dell’ambiente, si propone di tutelare l’integrità genetica delle popolazioni di api autoctone nel territorio italiano, la dignità delle api rispetto alla loro biologia e comportamento naturale, il benessere degli animali coinvolti nelle attività di allevamento, nella ricerca e nella didattica;
  • collabora da anni con il CREA-AA, l'Università di Haarus (DK) (Apimondia 2020, P. Kryger, F. Zagni, N. Lanteri, C. Costa), con l'Università di Bologna e altri enti di ricerca per la valorizzazione e tutela dell’Ape Nera;
  • è consigliere di condotta Slow Food e promotore del Presidio Slow Food Ape Nera del Ponente Ligure;
  • dal 2013, anno in cui Apiliguria si è trovata a fronteggiare la vespa velutina si è adoperato nella lotta sia sul campo che attraverso progetti di ricerca. Come tecnico di Apiliguria ha partecipato a progetti europei quali Life Stopvespa, mettendo a punto le attrezzature per la neutralizzazione dei nidi e come coordinatore della rete territoriale;
  • nel 2015 ha inventato un metodo di lotta integrato, il Metodo-Z (descritto anche nel libro “Malattie delle api e salute degli alveari“, A.Contessi-G.Formato, Edagricole);
  • ha fondato un ente di sviluppo tecnologico in Germania per la protezione delle api attraverso il quale è partner della Piattaforma Stopvelutina.it.

Nel 2020 il suo metodo, il Metodo-Z è stato applicato in campo con pieno successo attraverso un progetto della Regione Liguria.

L'impegno e le attività di Fabrizio Zagni hanno dato, e stanno ancora dando, un forte contributo alla salvaguardia dell'Ape Nera del Ponente Ligure che ha fortemente rischiato l'estinzione e per Fabrizio, offrire questo contributo per la tutela della biodiversità animale e ambientale e riuscire a diffondere la conoscenza dei prodotti che le sue api nere offrono, è un motivo di orgoglio che lo ripaga degli enormi sforzi che un'apicoltura, sita in una zona così impervia della Liguria, richiede. 

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