Fagiolo Dente Morto di Acerra Presidio Slow Food Secco e al Naturale. Coltivazione e Trasfromazione. Brusciano. Napoli.
L'azienda agricola Luigi Turboli, fondata nel 1958 da Giuseppe Turboli, racconta la passione di una famiglia per il mondo agricolo che, grazie al succedersi delle nuove generazioni, con orgoglio continua ad essere un'azienda a carattere familiare.
Siamo a Brusciano, in provincia di Napoli, una zona particolarmente fertile in cui le coltivazioni offrono prodotti eccellenti. L'azienda, che si estende su circa 7 ettari di terreno dove si alternano le coltivazioni stagionali, è oggi condotta da Luigi e Antonio Turboli, due fratelli che si occupano dell'intera gestione insieme alle figlie ed ai nipoti.
La famiglia segue interamente i processi produttivi che vanno dalle coltivazioni, nei terreni di proprietà, fino alla raccolta e vendita dei prodotti. L'obiettivo della famiglia non sono i grandi numeri ma è quello di mantenere e investire sulla qualità del prodotto sia rispettando le vecchie tradizioni tramandate dalla generazione precedente che non perdendo di vista le nuove tecnologie e tutti gli aspetti relativi alla sostenibilità ambientale.
Tra i prodotti coltivati dall'azienda agricola Luigi Turboli si segnala il fagiolo dente di morto di Acerra, un fagiolo autoctono, dalle origini antichissime, un fagiolo di cui il canonico Andrea Sarnataro, autore di un diario quotidiano degli avvenimenti in Acerra dal 1736 al 1771, descrivendo anche i prodotti agricoli acerrani, menziona in più parti chiamandolo "fagiolo bianco", cannellino, in contrapposizione al "mostrato" (così si definiva in dialetto il fagiolo con l’occhio).
Ma, negli ultimi decenni anche la coltivazione del dente di morto di Acerra, così come quella di altri legumi autoctoni, si è drasticamente ridotta sia a causa della riduzione del consumo di fagioli nell'alimentazione, sia per la forte crescita di fagioli importati.
Anche il fagiolo dente di morto di Acerra ha rischiato l'estinzione e si è conservato solo negli orti di qualche famiglia di Acerra che lo coltivava per uso familiari.
Per fortuna è intervenuta la Regione Campania con un programma di recupero e di valorizzazione del germoplasma orticolo autoctono campano che ha recuperato, tra le altre, anche questa varietà che attualmente viene coltivata da un piccolo gruppo di agricoltori che aderiscono al Presidio Slow Food del Fagiolo Dente Morto di Acerra e che si impegnano, quotidianamente, per non perdere questo patrimonio di biodiversità.