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Arrivata vicinissima all’estinzione, secondo la Fao nel 1994 si contavano appena 50 capi, è oggi in lieve ripresa.
Per scongiurare il pericolo di estinzione, più di un decennio fa, è stato avviato un articolato progetto di tutela, recupero e valorizzazione di questa antica razza ovina, coronato, nel 2018, con il riconoscimento del Presidio Slow Food.
Il Presidio coinvolge un piccolo gruppo di allevatori, riuniti nell’Associazione Regionale Allevatori Emilia-Romagna ed il disciplinare di allevamento prevede l’allevamento estensivo e transumante e la completa tracciabilità della filiera.
La pecora Cornigliese, originaria di Corniglio, un piccolo paesino dell'Alto Appennino Parmense sembra essere l'unica razza sopravvissuta all'estinzione delle razze regionali (Borgotarese, Tarina, Valtarese, Cornetta, Nostrana o Nostrale, Reggiana, Zucca Modenese e Pavullese).
Conosciuta anche come "pecora mucca", per la buona produzione di latte, è un animale di
grande mole, senza corna in entrambi i sessi ha la testa con un profilo segnatamente montanino, le orecchie lunghe, larghe e pendenti.
Il vello bianco, che presenta a volte qualche macchia, ricopre anche il ventre, la parte superiore degli arti e, parzialmente, la parte frontale della testa.
Oggi, nonostante l'originaria triplice attitudine: latte, carne e lana, viene allevata soprattutto per la produzione di carne che è una eccellenza, come sopra descritto, sia per il gusto che per le proprietà nutrizionali.