È la farina di mais cinquantino giallo, una varietà di mais che partendo dall'elevata diffusione che il mais ha avuto, fin dal Cinquecento, in Friuli, si è sviluppata, nel tempo, adattandosi al territorio e caratterizzandosi per il breve ciclo vegetativo.
Il nome cinquantino richiama il tempo di maturazione (cinquanta giorni) per indicare che questa varietà, dopo cinquanta giorni, è matura ma va precisato che, dopo soli cinquanta giorni, può essere utilizzata solo come foraggio per il bestiame e non certamente per la preparazione della farina.
La pianta del cinquantino può raggiungere un’altezza media di 160 centimetri; la semina avviene a maggio non appena il meteo consente di poterlo fare; il terreno dove si semina viene trattato solo con concimi di tipo organico.
La coltivazione del mais cinquantino si alterna solitamente con quella delle leguminose.
La raccolta è manuale: i semi vengono raccolti a mano selezionando le piante che hanno meglio resistito alle intemperie, prive di patogeni e che non sono state attaccate da parassiti.
Le spighe vengono fatte essiccare all’aria e poi conservate in luoghi climatizzati.
La farina viene macinata direttamente dall'azienda agricola Arnese e Rossi Mel nel piccolo mulino a battente di proprietà e viene successivamente setacciata.
È una varietà di mais che è stata per molti anni oggetto di poca considerazione tanto che ha rischiato di andare perduta e solo recentemente, anche grazie a Slow Food, è stata valorizzata, per evitare di perdere una varietà che è parte del nostro patrimonio di biodiversità.
La farina di mais cinquantino, principalmente impiegata per preparare la polenta, cibo per antonomasia di queste aree friulane dedicate alla vita contadina, veniva cucinata in svariate maniere e consumata in più occasioni durante la giornata. Ma, gli usi gastronomici sono anche altri: è usata per preparare i biscotti, i dolci e il tradizionale pan di sorc, oggi Presidio Slow food.