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Com'è fatto il Pane?

di Laura
06-04-2022

Il pane è un prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione, lievitazione e cottura in forno di un impasto a base di farina, normale o integrale, di cereali e acqua. 

Può avere forma diversa a seconda della dimensione che si vuole dare alla pagnotta, confezionato con diverse modalità e arricchito o caratterizzato da ingredienti di vario tipo, olive, cipolle, rosmarino, che spesso sono legati alla tradizione del luogo in cui viene preparato.

Gli ingredienti di base dell’impasto del pane vengono mescolati in modo più o meno lento a seconda che il processo sia manuale o con impastatrice. Ma il punto di partenza fondamentale e lo scopo primario di questa operazione è quello di formare il glutine: una massa elastica e modellabile formata dall'unione di alcune delle proteine del frumento, la gliadina e la glutenina, che sono le responsabili della lievitazione dell’impasto.

 

Indice Articolo

Ingredienti del Pane
Che differenza c’è tra le Farine?
Quali attenzioni è necessario avere quando si Acquista il Pane?
Meglio Mangiare Pane Artigianale o Industriale?
Valori Nutrizionali del Pane: Calorie e Proprietà
Dove Acquistare un Pane Fatto a Regola d’arte

Ingredienti del Pane

Gli ingredienti di base per fare il pane sono da sempre 3, al massimo 4, se scegliamo di produrlo con sale:

  • farina,
  • acqua,
  • lievito,
  • sale.

Il vero pane, quello autentico è dunque il pane che segue questa classica ricetta e questi ingredienti a cui possono essere aggiunti, come abbiamo accennato, ingredienti diversi per richiamare ricette della tradizione locale.

Ma quali sono le caratteristiche che devono avere gli ingredienti base della ricetta per riuscire a preparare un buon pane?

Eh già, perché dire che serva farina, acqua e lievito è comunque abbastanza generico; di quale farina abbiamo bisogno per poter fare il pane? Quale lievito deve essere impiegato e in che modalità occorre usarlo? Vediamo di conoscere meglio ciascun ingrediente.

Farina

Le farine più adatte alla panificazione sono quelle di frumento, duro e tenero, perché, contenendo una più elevata quantità di proteine che sviluppano glutine, sono più indicate per i prodotti che necessitano di lievitazione. 
Anche le farine di farro e di kamut sono buone per la panificazione così come quella di segale. Come abbiamo appena detto, la formazione del glutine, in fase di impasto, è di fondamentale importanza perché permette una lavorazione del composto che non sarebbe possibile utilizzando farine di cereali senza glutine come la farina di mais o di riso.

Per questo, se una farina di frumento risulta povera di glutine è più complesso produrre il pane mentre sarà più semplice usarla per fare i dolci o altri farinacei come le piadine o il pane azzimo, per esempio.

La legge consente tuttavia l'aggiunta di glutine alle farine cosiddette "deboli", che contengono una quantità di glutine bassa e rendono, per questo, più complessa la panificazione. Ciò permette di produrre dolci, che necessitano di poco glutine, e pane usando la stessa farina di partenza, impiegandola tale e quale come è per i dolci e arricchendola di glutine, per la panificazione.

Questo comportamento noi lo sconsigliamo e prediligiamo la soluzione di scegliere una farina che sia in grado di sviluppare autonomamente il glutine che è, se aggiunto e non sviluppato autonomamente dal composto, uno dei tanti miglioratori che, in ambito industriale, vengono frequentemente usati per la panificazione.

Anche il contenuto degli enzimi alfa e beta amilasi delle farine, ovvero la capacità della farina di scindere l'amido, è importante poiché influenza la fermentazione da parte del lievito. 

La farina è un ingrediente che influenza notevolmente la preparazione del pane sia dal punto di vista organolettico che nutrizionale i cui valori sono diversi:

  • per il tipo di cereale impiegato: grano duro, grano tenero, farro, segale etc.;
  • per la varietà del grano impiegato: un grano cosiddetto di varietà antica o uno moderno;
  • livello di macinazione: vale a dire quanto è o meno raffinata la farina o la semola.

Ma, prima di trattare questi argomenti continuiamo a  dare uno sguardo agli altri ingredienti del pane.  

Acqua

L'acqua è un ingrediente importante ai fini della panificazione. I sali minerali in essa disciolti, in particolare il calcio e il magnesio (che determinano, tra l'altro, la sua durezza), aumentano le caratteristiche meccaniche del glutine e la rigidità dell'impasto.
L'acqua deve avere una temperatura di 20-25 gradi, per favorire l'azione dei lieviti. Non deve essere impiegata acqua fredda per preparare l’impasto: questo è un assunto basilare!

La quantità di acqua da aggiungere varia a seconda della qualità della farina ma anche dalle condizioni climatiche dell’ambiente e dalla modalità di lievitazione: mediamente è del 60%, ma può arrivare al 70% con farine "forti", molto proteiche.
Individuare la giusta quantità di acqua per ottenere una lievitazione ottimale, è molto più complesso di quanto si possa pensare pertanto un ruolo fondamentale è svolto da chi panifica e dalla sua esperienza “sul campo”.

Sale

Il sale svolge numerose funzioni nella produzione del pane, infatti:

  • rende il pane più saporito;
  • aumenta la qualità del glutine, rendendo l'impasto più lavorabile;
  • conferisce alla crosta un colore più marcato;
  • rende più croccante la crosta.

Il sale viene aggiunto nella misura intorno al 2% vale a dire circa tre cucchiaini per ogni chilo di farina, ma in alcune regioni, come la Toscana per esempio, viene prodotto per tradizione pane insipido anche chiamato pane sciocco.

Lievito

ll lievito usato per la panificazione può essere di 2 tipi: naturale o chimico.

Nella categoria del lievito naturale rientrano sia il lievito di birra che la pasta acida chiamata comunemente lievito naturale, lievito madre o pasta madre. Vediamo meglio le caratteristiche dei diversi lieviti.

Lievito naturale: lievito di birra
Per produrlo vengono usate colture di microorganismi (lieviti del genere Saccaromiceti – Saccharomices Cerevisiae) che fermentano il glucosio, trasformandolo in anidride carbonica e alcool etilico e determinando la lievitazione dell'impasto.
Il glucosio necessario è derivato dalla idrolisi dell'amido (scissione degli amidi in glucosio) operata dagli enzimi naturalmente presenti nella farina: tanti enzimi equivale a tanto glucosio a disposizione dei lieviti. È per questo motivo che con le farine ricche di enzimi è più semplice panificare.

Il lievito naturale di birra è di solito industriale, venduto sotto forma di panetti o compresse, e consente una lavorazione rapida degli impasti.

Sottolineiamo un aspetto che spesso viene malinteso o mal interpretato: il lievito di birra è comunque un lievito che si può definire naturale, anche se la sua produzione avviene a livello industriale. Infatti tale preparato origina da microrganismi viventi, appunto i Saccaromiceti, che sono del tutto naturali.

Lievito naturale: pasta acida
È costituita da un impasto di acqua e farina lasciati riposare a temperatura ambiente. In questo modo l'impasto è sottoposto a una contaminazione spontanea da parte dei microrganismi presenti nelle materie prime, provenienti dall'aria, dall'ambiente, dall'operatore stesso, il cui sviluppo arricchisce la massa impastata di una microflora selvaggia in cui predomina la coltura dei batteri lattici.

Il pane prodotto con questo metodo necessita di una lavorazione più lunga, ma risulta più digeribile, assume caratteri organolettici particolari e desiderabili per la salute, causati da sostanze prodotte durante la fermentazione e si conserva più a lungo perché riesce a trattenere maggiore umidità.

La pasta acida o lievito madre caratterizza sia il gusto che le proprietà organolettiche e nutrizionali del pane in maniera consistente perché assume tutti i caratteri dello specifico ambiente in cui vive per cui ogni panificio che la usa ha la propria con le sue caratteristiche peculiari. 
È curioso pensare che, se un panificio trasferisce ed omaggia, per esempio, una porzione della sua pasta madre a un’altro panificio che decidesse di utilizzarla, dopo qualche giorno la pasta acida trasferita in altro ambiente assume connotati diversi perché, per continuare a vivere, si contamina con il nuovo ambiente in cui cresce.

Lievito chimico
È il lievito utilizzato comunemente per produrre dolci e torte salate, ma può essere utilizzato al limite, ma lo sconsigliamo, anche per produrre pane.

Si tratta di bicarbonato di sodio, una sostanza alcalina (cioè in grado di neutralizzare gli acidi) che viene associato a una sostanza acida (di solito tartrato di potassio o acido tartarico, detto anche cremor tartaro), per avere come risultante un composto neutro.

Questi composti reagiscono tra loro producendo anidride carbonica, che provoca la lievitazione dell'impasto.

Al contrario della lievitazione con lievito di birra provocata dalla presenza di microorganismi che fermentano gli zuccheri, la lievitazione dovuta al lievito chimico è causata dalla reazione tra acido tartarico e bicarbonato di sodio che libera anidride carbonica, creando delle bolle che, dilatandosi durante la cottura, gonfiano il prodotto alimentare, ma non è certamente il metodo migliore per preparare il pane.

La disamina degli ingredienti fondamentali del pane proposta è un utile suggerimento per chi si voglia avvicinare alla panificazione e voglia provare a prepararsi in casa il proprio pane. 
Ma attenzione, un ingrediente fondamentale, forse l’ingrediente principale di cui non abbiamo detto è l’esperienza di chi panifica, la sua capacità di regolare le quantità degli ingredienti ed impastare il composto con le attenzioni di cui hanno bisogno. Su questo “ingrediente” possiamo solo dire che la panificazione è un arte e, più ci avviciniamo a prodotti genuini ed autentici, scegliendo una farina o una semola particolare e decidiamo di usare lievito madre, più è necessaria l’esperienza e l’arte di chi panifica.

Per fare un esempio, preparare un pane con una semola di Grano Cappelli e lievito madre è molto più complesso rispetto a preparare un pane con una farina acquistata in un supermercato o in altro negozio che in etichetta riporta la descrizione “farina per pane” ed utilizzare il lievito di birra. Nel primo caso è necessaria l’esperienza di chi conosce come impastare gli ingredienti, scegliere le quantità giuste, applicare i tempi di riposo ideali per ottenere un buon pane; nell’altro caso è tutto più razionale e definito.

Riprendiamo adesso il discorso, precedentemente interrotto, sulle farine e vediamo di approfondire meglio l’argomento.

 

Che differenza c’è tra le Farine?

La farina alimentare è il prodotto della macinazione dei frutti secchi o dei semi di varie piante ma, anche solo limitandosi a considerare le farine ottenute dalla macinazione del frumento, si può pensare ad una loro classificazione in:

  • farina di grano duro e farina di grano tenero;
  • farina di grano di varietà antica e farina di grano moderno;
  • farina integrale, di tipo 2, di tipo 1, di tipo 0 e di tipo 00. 

In relazione al primo punto relativo alla distinzione tra grano duro e grano tenero bisogna precisare che per legge, e ad essere corretti, la macinazione di grano duro crea la semola, mentre la farina è originata dalla macinazione di grano tenero.

La semola è l’ingrediente principale e l'unico, sempre per legge, dalla cui lavorazione si ottiene la pasta secca o pasta asciutta perché se si pastifica con il grano tenero, ed è possibile, il prodotto alimentare che esce non si può chiamare pasta secca ma deve essere chiamato specialità alimentare.

Detto ciò, per preparare il pane si può usare sia la semola che la farina ma, se non siamo professionisti e/o abbiamo poco esperienza, è sicuramente più facile panificare con la farina piuttosto che con la semola che richiede esperienza e competenze necessarie per preparare un impasto idoneo a lievitare.

Il grano duro così come quello tenero esistono di diverse varietà. Senza scendere nel dettaglio dei nomi delle diverse varietà, un'importante classificazione è quella tra varietà di tipo antico e varietà moderne. Le prime sono i frumenti selezionati dai ricercatori a partire dai primi anni del secolo scorso fino al 1960 circa mentre le varietà moderne sono quelle selezionate dagli anni ’60 in poi.

Al di là delle opinioni diverse che si leggono tra varietà antiche e quelle moderne (secondo alcuni sarebbero migliori, per la salute della persona, i grani di varietà antica, mentre secondo altri questa differenza non è dimostrata), sulle quali non è il nostro lavoro esprimersi, una cosa certa è che la qualità del glutine dei frumenti antichi è diversa da quella dei frumenti moderni che generalmente presentano un glutine più tenace e quindi più predisposto ad offrire pani più soffici e alveolati.

Ciò comporta che le attenzioni per attivare la lievitazione dell’impasto siano diverse e molto verosimilmente sia più facile panificare con le farine moderne. 

Tra le varietà antiche di frumento, alcune sono particolarmente note per le loro proprietà organolettiche e nutrizionali; tra queste citiamo il grano duro Senatore Cappelli che essendo un grano duro origina una semola, un grano tenero, il Verna che dà invece una farina, il grano duro Solina, un grano tenero abruzzese che è tutelato da Presidio Slow Food, il Grano tenero Gentil Rosso e il Gentil Tramazzo: sono grani che conosciamo, le cui farine, presenti nel nostro marketplace, sono genuine e autentiche perché macinate a pietra e derivanti da coltivazioni condotte in regime biologico.

La macinazione a pietra non è l’unico modo per macinare il grano: è il metodo più antico ma che oggi è stato pressoché sostituito con la macinazione a cilindri perché più veloce e sicuramente meno costosa.

A prescindere dalla tipologia di mulino utilizzato, le farine si distinguono in Integrali, di Tipo 2, di Tipo 1, di Tipo 0 e di Tipo 00 in base a quanto il chicco viene raffinato. Come il nome stesso richiama, l’integrale è quella meno raffinata e la Tipo 00 è quella più fine e sottile e quindi è quella ottenuta da un chicco di grano in cui gran parte delle sue componenti sono state asportate.

A seconda del tipo di farina che viene usato per preparare il pane, quest’ultimo può essere Integrale, Semi-integrale e Bianco o Normale.

Man mano che le farine vengono raffinate, passando dall’integrale, alla 2, 1, 0 e 00, diminuiscono le quantità di fibre, proteine, vitamine, minerali, sostanze antiossidanti, grassi ed enzimi che il chicco contiene perché si tratta di sostanze che sono contenute prevalentemente nella parte esterna del chicco del cereale, quella parte che, dai moderni molini a cilindri usati dall’industria per raffinare le farine, viene asportata con un grado di precisione quasi chirurgica.

Nelle farine molto raffinate ciò che resta del chicco sono prevalentemente amidi e, in misura minore proteine. Per questo motivo spesso si legge che, da un punto di vista nutrizionale e di salute, il loro utilizzo si può correlare allo sviluppo di problematiche di tipo metabolico, quali diabete, dislipidemie (aumento del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue), sovrappeso e obesità, infiammazione sistemica dovuta alla sollecitazione più decisa dell’ormone insulina dovuto agli amidi che si trasformano velocemente in zuccheri. 

Questo effetto è mitigato nelle farine meno raffinate perché gli altri micronutrienti presenti nella farina e soprattutto le fibre e la componente grassa del chicco, rendono più graduale e meno rapido l'assorbimento intestinale mentre nella farina bianca mancando sia la fibra che il germe, l’amido è immediatamente disponibile per un rapido assorbimento intestinale.

Queste considerazioni permettono facilmente di comprendere che le caratteristiche organolettiche e nutrizionali di un pane di tipo pane integrale e di un pane normale o bianco siano diverse.

Senza entrare nel merito delle scelte di ognuno ci limitiamo ad affermare che, se decidiamo di provare a panificare dobbiamo mettere in conto che fare il pane con le farine integrali di grani antichi è probabilmente più difficile mentre, se decidiamo di acquistare il pane, possiamo scegliere quello che preferiamo e ci permettiamo di suggerire alcuni accorgimenti per acquistare con consapevolezza.

 

Quali attenzioni è necessario avere quando si Acquista il Pane?

Il pane si può acquistare in panetteria, in un supermercato ed oggi anche online; eh sì ormai si può scegliere il pane che preferiamo e riceverlo comodamente a casa. 
Ma andiamo per gradi. 

Per prima cosa, quando acquistiamo un pane, informiamoci sulla varietà della farina e privilegiamo i grani italiani perché più controllati mentre per quanto riguarda il gusto, possiamo scegliere tra le diverse varietà di grani antichi che hanno un profumo ed un sapore più definito.

Quando si passa alla decisione sul tipo di pane e si va a scegliere, un pane integrale piuttosto che un semi-integrale o un bianco ricordiamoci che:

  • il pane integrale deve riportare in etichetta la dicitura farina 100% integrale e dobbiamo prestare attenzione alle truffe perché esistono in commercio i cosiddetti pani falsi integrali, vale a dire, pani fatti con farine di tipo 0 o 00 a cui viene aggiunta la crusca. Questi pani non sono pani integrali ma semplicemente pani bianchi con crusca e quest'ultimo ingrediente, aggiunto in quantità non nota al consumatore, non rende quel pane equiparabile a un pane integrale la cui crusca contenuta è solo quella naturale che il chicco contiene insieme agli altri suoi elementi nutrizionali. I pani cosiddetti finti integrali non sono dannosi alla salute ma hanno le stesse caratteristiche nutrizionali del pane bianco;
  • se vogliamo un pane la cui farina conservi il germe del grano, non dobbiamo scendere sotto un livello di raffinamento della farina pari a 2 e preferibilmente dobbiamo scegliere un pane fatto con farina macinata a pietra. Una farina di tipo 1 e, a maggior ragione, la tipo 0 e tipo 00, non conservano il germe del grano;
  • se vogliamo un pane più digeribile e che si conservi meglio nel tempo, scegliamolo lievitato con solo lievito madre infatti, come abbiamo già detto, il pane lievitato naturalmente assume caratteri organolettici particolari e desiderabili per la salute, grazie alle sostanze prodotte durante la fermentazione e per di più si conserva molto meglio nei giorni successivi;
  • non tutti i pani hanno l’etichetta con gli ingredienti indicati, se li acquistiamo dal panettiere è possibile che gli ingredienti non siano ben leggibili ma ricordiamoci che possiamo sempre chiedere ed informarci e non dimentichiamo che, avere fiducia in chi panifica, è fondamentale perché oggi più che in passato, c’è la tendenza ad utilizzare i cosiddetti miglioratori di impasto, vale a dire additivi, anche naturali come per esempio il malto, che non sempre è obbligatorio dichiarare, che possono non essere dannosi alla salute ma alterano l’autenticità del prodotto;
  • un buon modo di valutare il pane è il suo peso perché un pane fatto a regola d’arte deve, essere pesante, consistente rispetto alla dimensione del formato. 

Noi di Foodoteka, promotori e sostenitori del cibo autentico, quello buono, sano e genuino, siamo contrari all’impiego di questi additivi/miglioratori che, nelle pieghe della normativa di legge in tale materia, possono o non possono essere indicati a seconda di come e di quando vengono aggiunti.

Per fare un esempio, anche il glutine può essere isolato ed aggiunto in più rispetto a quello che la farina naturalmente sviluppa per rendere il pane più alveolato ma, siccome il glutine è anche presente naturalmente nell’impasto, non è obbligatorio che l’aggiunta venga dichiarata o riportata in etichetta.

Spesso gli additivi/miglioratori che hanno l’obiettivo di rendere il pane più bello alla vista e più appetibile, sono presenti già nelle farine con cui alcuni panifici preparano l’impasto per questo, capire se il pane è fatto con solo farina pura, acqua, lievito e sale o include altro, è estremamente complesso.

Assume un ruolo fondamentale il forno e soprattutto chi panifica e decide quali materie prime acquistare.

Da questo punto di vista una distinzione rilevante è tra il pane fatto a mano che si può acquistare nelle piccole panetterie locali e/o online e quello industriale che è più frequentemente presente nei supermercati.

 

Meglio Mangiare Pane Artigianale o Industriale?

Tra il pane fatto a mano, artigianale, e quello industriale vi sono delle ovvie differenze.

La prima, macroscopica differenza consiste nel fatto che il pane industriale è un pane parzialmente cotto dal produttore industriale, surgelato e poi terminato di cuocere nel punto vendita che generalmente è un supermercato.

Questo è spesso il cosiddetto “pane caldo appena sfornato” millantato da molti supermercati o il pane spesso presenti nei corner dei supermercati in cui si legge slogan del tipo “sforniamo pane tutto il giorno”....

Queste diciture, nella mente del consumatore, richiamano l’immagine di un pane appena fatto quando invece siamo in presenza di un pane precotto, surgelato che può conservarsi anche fino a 2 anni, grazie a particolari conservanti e miglioratori alimentari e che viene infornato solo per essere riscaldato. Come può quel pane essere considerato un pane fresco?

Poi c’è il pane industriale confezionato e già cotto, come ad esempio il pane in cassetta, a fette, pan bauletto e simili.

Anche in questo caso siamo di fronte a prodotti non freschi, ricchi di conservanti e sostanze atte a mantenere il pane sempre soffice e, ricordiamoci che i conservanti inseriti nei miglioratori possono non essere elencati tra gli ingredienti del prodotto in etichetta, perché per legge non vige obbligo di dichiararli, dal momento che la legge considera questi additivi come semplici coadiuvanti tecnologici, e non ingredienti aggiunti!

Il pane industriale è frequentemente un pane “vecchio”, prodotto settimane o mesi addietro rispetto al momento dell’acquisto, è un pane ricco di conservanti e di quelle sostanze chiamate miglioratori, e non per ultimo come importanza, spesso è preparato con farine di scarsa qualità che provengono da coltivazioni molto intensive, italiane e/o estere dove si fa largo uso di pesticidi come Glifosato e Ampa (già nel 2016 la rivista Test Il Salvagente evidenziò la presenza di pesticidi e farina di scarsa qualità in 8 diverse baguette industriali vendute in alcuni supermercati).

Il pane fatto a mano, da panificatori locali italiani, è un prodotto fresco che di solito impiega pochi o nessun miglioratore, dal momento che il processo di produzione del pane si ripete ogni giorno e il prodotto è destinato direttamente al consumatore, che lo consuma al massimo entro la settimana.

Un buon indicatore della qualità del pane è come si conserva nel tempo. Se si acquista un pane fatto con una buona farina e lievitato naturalmente si conserva per diversi giorni con la stessa fragranza e consistenza di quando lo acquistiamo a differenza di un pane industriale che appena acquistato si presenta caldo, fragrante e profumato ma nel giro di nemmeno un giorno diventa così duro o gommoso che si fa fatica a consumarlo.

La produzione artigianale è sicuramente da privilegiare nonostante il prezzo di un pane artigianale sia superiore a quello di un pane industriale. È chiaro che nel pane artigianale fatto con farina di qualità proveniente da un grano italiano, magari di varietà antica che ha una resa molto minore dei grani moderni, macinato a pietra e panificato con lievito madre che richiede tempi lunghi di impasto e di lievitazione non può avere lo stesso prezzo di un pane industriale perché sono completamente diversi i costi sia delle materie prime che del processo di lavorazione.

Ma, a fronte di un maggior costo c’è sicuramente un enorme vantaggio per la salute della persona che lo consuma e un minor spreco perché il pane di qualità si mangia tutto.. fino all’ultima mollica! Ciò non avviene di certo con un pane di scarsa qualità.

Prima di chiedere questo articolo dedicato a come è fatto il pane vediamo quali sono i suoi valori nutrizionali, il contenuto calorico e le proprietà.

 

Valori Nutrizionali del Pane: Calorie e Proprietà

Premettendo che si trovano pani di tutti i tipi e quindi i valori nutrizionali di questo alimento possono variare a seconda di un tipo o di un altro, delle farine impiegate e persino in funzione del tipo di lievitazione e cottura, il pane tuttavia rimane in linea di massima un alimento abbastanza calorico con un basso potere saziante nel bianco mentre le versioni integrali o semintegrali sono più sazianti perché contengono oltre il doppio di fibra rispetto al pane fatto con farina 0 o farina 00.

Le kilocalorie presenti in 100 gr di pane mediamente sono 270 e derivano prevalentemente da carboidrati, in particolare dall’amido, lo stesso nutriente presente in maniera considerevole anche nella pasta.

Se poi il pane è fatto con farine poco raffinate, quindi integrali o semintegrali sono presenti anche buone dosi di proteine vegetali e di sali minerali, come calcio, ferro e soprattutto fosforo. Al di là di tali piccole differenze, collegate alla dimensione ed alla verità di frumento utilizzata, il pane integrale e semintegrale è quindi un buon concentrato di vitamine, principalmente del gruppo B (B1 e B2), anche se quella maggiormente presente è la vitamina PP (niacina), essenziale per il regolare funzionamento del sistema nervoso.

Purtroppo, per i motivi che abbiamo detto, nel pane fatto con farine bianche i contenuti di vitamine e minerali si perdono quasi completamente.

Infine non va dimenticato che se il pane è fatto ad arte e lievitato naturalmente con solo lievito madre, possiamo considerare un vero e proprio ingrediente anche il residuo di lievito presente nella mollica, che è in grado di arricchire la salute del nostro intestino e di stimolare a sua volta la produzione di altre vitamine e di acidi grassi a catena corta dentro l’intestino stesso, in particolare nel colon.

Questi acidi grassi, ad es. l’acido butirrico, sono uno dei nutrienti elettivi delle cellule dell’intestino stesso, grassi di cui sono ghiotte e che consentono loro di mantenersi forti e funzionali.

Dove Acquistare un Pane fatto a Regola d’Arte?

Comprare un buon pane, fatto come si dove, con una farina o semola di qualità, lievitato con lievito madre e impastato con tutte le attenzioni che lo rendono speciale è possibile. Non mancano certamente forni specializzati in qualsiasi città specialmente in Italia, paese in cui il pane è alla base dell’alimentazione quotidiana di chiunque.

Con un pò di ricerca e di buona volontà si riesce più o meno in qualunque luogo ad acquistare un buon pane. 

Ai canali tradizionali di vendita si sono, con l’avvento del web, aggiunti quelli dedicati alla spesa online, gli e-commerce o marketplace, come Foodoteka, che permettono a chi ricerca la qualità e non ha voglia o tempo di impegnarsi troppo nella ricerca, di effettuare l’acquisto online e ricevere i prodotti a casa.

I pani che noi di Foodoteka presentiamo hanno la caratteristica comune di essere pani artigianali fatti con farine di grani italiani di diverse varietà, antichi e moderni, tutti moliti con mulini a pietra, lievitati con solo lievito madre e panificati da forni particolarmente attenti alla qualità degli ingredienti, alla loro autenticità ed estremamente scrupolosi nella lavorazione.
 
All’interno della selezione le differenze tra i pani derivano sia dall’impiego di farine diverse, di cereali quali farro, segale, kamut e di frumento, farine di grano tenero e semole di grano duro, varietà antiche e moderne ma anche dal metodo di lavorazione che riflette la tradizione locale.

Potrai così acquistare un pane artigianale prodotto ad Altamura piuttosto che in Toscana o in Abruzzo e scoprire scegliendo tra pani fatti a regola d’arte, il tuo preferito.

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