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L’azienda Rinaldi è una storica realtà familiare fondata a Barolo nel 1890.
Tramandata dal fondatore Giuseppe al figlio Battista, vignaiolo, produttore e sindaco di Barolo negli anni settanta, è a sua volta ereditata da Giuseppe figlio di quest’ultimo e veterinario di professione.
Alla morte del padre, Beppe, conosciuto anche come "Citrico", decide di dedicarsi totalmente alla produzione del vino.
Al principio degli anni novanta, le barrique e un nuovo modello di vino internazionale avevano affascinato parecchi produttori.
Beppe Rinaldi, insieme al cugino Bartolo Mascarello e a Teobaldo Cappellano, ha invece custodito le vinificazioni caratterizzate da prolungate macerazioni sulle bucce e dalle maturazioni in grandi tini di rovere.
La famiglia Rinaldi possiede circa dieci ettari di proprietà, di cui sei e mezzo vitati, oggi curati da Marta e Carlotta, figlie di Beppe e di Annalisa Dadone.
I vigneti si trovano prevalentemente nel comune di Barolo e vedono la presenza delle marne di Sant’Agata, in dialetto di “tov”, argille di origine marina caratterizzate da sabbia e calcare.
Nonostante l’iper specializzazione viticola della zona, l’azienda cerca di conservare viva la biodiversità.
Infatti, oltre alla coltivazione di noccioli, e altri alberi da frutto, e al mantenimento di due ettari di bosco, è rimasta una delle ultime realtà a coltivare e vinificare, oltre al Nebbiolo, tutte le varietà indigene da tempo delocalizzate o del tutto abbandonate, come la Freisa, il Dolcetto, la Barbera e, persino, il Ruché.