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Alternative e Surrogati Vegetali alla Carne: vantaggi e svantaggi

di FSB (E. Spisni - V. Imbesi - L. Galletti)
22-04-2024

Articolo scritto da FBS (E. Spisni, V.Imbesi, L.Galletti)

Indice generale:

Introduzione
Le Alternative Vegetali alla Carne presenti dul Mercato
I Cibi Plant-Based Industriali sono più Nutrienti e Salutari? Fanno Bene alla Salute Umana?
Il Nostro Parere

 

Introduzione

Capita sempre più spesso di leggere articoli, interviste e novità commerciali riguardanti le alternative alimentari al consumo di carne, in particolare come scelte legate ad un contesto etico e di sostenibilità.

Qualche mese fa abbiamo scritto un articolo sulla carne che ha stimolato interesse e successo pertanto, noi di FSB, abbiamo convenuto di ampliare il discorso andando ad affrontare la tematica delle alterative e dei surrogati vegetali come alternativa alla carne per delineare quelli che pensiamo possano essere i “pro ed i contro” legati al loro consumo.

Innanzitutto, come scritto nel precedente articolo e per evitare di creare allarmismi generalizzati, il consumo di carne può diventare pericoloso per la salute umana a seguito di un suo eccessivo consumo, sia in termini quantitativi che di frequenza. Abbiamo visto come questa problematica sia imputata in particolare alle carni rosse ed a quelle lavorate (processate ed ultra-processate) e come l’associazione tra queste e grassi saturi, cotture ad elevata temperatura, tipo di origine e allevamento ne possano aumentare ulteriormente il rischio.

La WCRF (World Cancer Research Fund) e lo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), consigliano di consumare una quantità di carne rossa non superiore a 350-500 grammi alla settimana e di ridurre a 50 grammi la settimana il consumo di carni processate ed inoltre, le linee guida per una sana alimentazione raccomandano una frequenza di consumo di carne fino ad un massimo di 3 volte la settimana, prediligendo il consumo di carne bianca. Queste quantità di consumo di carne sono ampiamente superate in tutti i paesi occidentali industrializzati ed in maniera alquanto preoccupante anche nei paesi in via di sviluppo.

Le Alternative Vegetali alla Carne presenti nel Mercato

Vi sono tante varietà di alternative alla carne da poter portare sulle nostre tavole e rappresentano indubbiamente una fetta di mercato in crescita della grande distribuzione. Queste, possono avere sia un’origine animale (come pesce, uova e formaggi) sia un’origine completamente vegetale.
È corretto utilizzare il termine “alternative alla carne” e non “sostituti alla carne” in quanto la composizione in macro e micro-nutrienti risulta molto diversa tra loro, sia se consideriamo il mondo animale sia il vegetale, seppur ciò non sia affatto da considerare un difetto.

Analizzando quindi la categoria prodotti provenienti dal mondo vegetale, e possiamo vedere come abbiano generalmente:

  • un maggior contenuto in fibre, vitamine, minerali e carboidrati (quantità variabile a seconda dell’alimento);
  • un cospicuo contenuto in proteine vegetali (quantità variabile a seconda dell’alimento che può addirittura raggiungere il tenore proteico presente in una classica bistecca);
  • un ridotto o addiruttura pari a zero contenuto in grassi (in particolare grassi saturi e colesterolo).

Grazie alla loro ricchezza in fibre sono grandi alleati del microbiota intestinale. Il microbiota intestinale, anche definito come parte del nostro  “secondo cervello”, è un complesso ecosistema di microrganismi che risiedono nel nostro intestino e prendono parte attiva nelle funzioni fisiologiche e fisiopatologiche umane, in particolare quando si trova in “eubiosi”, vale a dire in uno stato di equilibrio ed esplica un potente ruolo preventivo e protettivo nei confronti di numerosissime patologie moderne, tra le quali ricordiamo quelle infiammatorie croniche, quelle cardiovascolari e quelle oncologiche.

Viceversa, quando si trova in “disbiosi” impedisce il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario e del nostro intestino, favorendo l’arrivo di quasi ogni tipo di patologia, incluso le neurodegenerazioni e la depressione attraverso il potente asse che esiste tra intestino e cervello.

Tre le alterative alla carne di origine vegetale in commercio, esaminandone la quantità % in proteine vegetali, vediamo a seguire quali sono le più frequenti che troviamo sugli scaffali. Ricordiamo che, come definito dalle linee guida standard per la popolazione sana, il fabbisogno proteico giornaliero di un soggetto adulto e sano è pari a 0,7-1 grammi di proteine per kg di peso corporeo al giorno, quantità facilmente raggiungibile al contrario di quanto spesso si crede.

Legumi: Una delle alternative più economiche e comuni

Rappresentano un'importante fonte di proteine vegetali, carboidrati, fibre e sali minerali, con poche calorie e pochi grassi. Le varietà di legumi sono davvero molte, e di questa categoria fanno parte: ceci, lenticchie, piselli, fagioli, fave, soia, cicerchie, roveja, lupini, moco che possono a loro volta distinguersi in numerosissime sottotipologie: fagioli cannellini, ceci neri, lenticchie rosse, soia edamame, etc.   

Alimento: gr di proteine per 100gr di prodotto 

Fagioli secchi23gr
Fave secche27gr
Ceci secchi  
19gr
Lenticchie secche22gr
Piselli freschi 5gr
Cicerchie secche28gr
Lupini secchi 36gr
Soia secca37gr

 

I legumi, possono essere consumati al naturale oppure a seguito di lavorazione come nel caso dei più frequenti tofu e tempeh (generalmente prodotti a partire da soia) o della nostra tradizionale farinata di ceci.

 

Il Tofu

Il tofu è ottenuto dalla cagliatura, generalmente del latte di soia, ed è anche chiamato formaggio vegetale. Il tofu è un alimento poco calorico, ricco di proteine vegetali, povero di grassi e privo di colesterolo. È privo di glutine, pertanto può essere generalmente consumato da tutti, a meno che non siano presenti allergie alla soia o al legume dal quale prende origine. Si presta ad essere consumato in moltissimi modi, grazie al suo sapore neutro. Il Tofu contiene 15gr di proteine ogni 100gr di prodotto.

Alimento: gr di proteine per 100gr di prodotto 

Tofu15gr

 

Il Tempeh

Il tempeh è ottenuto attraverso un processo di fermentazione generalmente dai fagioli di soia, lavorati insieme al fungo Rhizopus Oligosporus, ed è anche chiamato “carne di soia”. Il tempeh è ricco di fibre, vitamine e soprattutto proteine. Essendo un alimento fermentato svolge anche una spiccata azione probiotica e modulatoria del microbiota intestinale. Il tempeh contiene 20gr di proteine ogni 100gr di prodotto.

Alimento: gr di proteine per 100gr di prodotto 

Tempeh20gr

 

Cereali e Pseudocereali

Una delle categorie più sottovalutata dal punto di vista proteico è proprio quella dei cereali che erroneamente vengono definiti solo carboidrati. I cereali e pseudocereali sono quella categoria di alimenti che sicuramente possiede un maggior quantitativo di carboidrati, ma non sono solo carboidrati, vantano infatti un discreto contenuto proteico (seppur risultano carenti in lisina, amminoacido essenziale che facilmente può essere introdotto con la dieta anche attraverso ad i legumi) e sono a basso contenuto di grassi. In particolare, tra cereali e pseudo-cereali più ricchi in proteine troviamo:

Alimento: gr di proteine per 100gr di prodotto 

Quinoa15gr
Teff13gr
Miglio11gr
Avena17gr
Grano Khorasan (Kamut)11gr

 

Frutta Secca a Guscio e Semi Oleosi

È la categoria di alimenti vegetali più ricca dei cosiddetti grassi buoni (omega 3), di fibre, vitamine e minerali, ma la frutta secca a guscio ed i semi oleaginosi sono anche un’ottima fonte di proteine vegetali. In particolare, tra i più ricchi in proteine troviamo:

Alimento: gr di proteine per 100gr di prodotto 

Semi di Canapa31gr
Semi di Zucca30gr
Arachidi29gr
Mandorle22gr
Semi di Girasole 20gr
Pistacchi18gr

 

Seitan

Derivato dalla lavorazione del glutine del frumento (non è pertanto adatto ai celiaci) che viene impastato con acqua, sale e aromi. Essendo un concentrato di glutine non è adatto nemmeno ai soggetti con sensibilità al glutine. I valori nutrizionali del seitan variano in base all’origine del glutine ma in linea generale possiamo affermare essere un prodotto con un elevato apporto proteico, un modesto contenuto in carboidrati e molto povero in fibre. 

Alimento: gr di proteine per 100gr di prodotto 

Seitan75gr

Mopur

È un prodotto di derivazione dalla lavorazione e fermentazione del grano a cui vengono addizionate farine di legumi (solitamente ceci), olio ed aromi. Quindi a differenza del seitan, il mopur è formato da una parte di glutine di frumento e una parte di farina di legumi che lo renderà di una consistenza meno compatta, ma anche questo prodotto non è adatto ai celiaci.

Alimento: gr di proteine per 100gr di prodotto 

Mopur28gr

 

Hamburger Vegetali o “carne non carne”

Possiamo trovare nei supermercati due tipologie di hamburger o similari (ad esempio polpette):

  • hamburger o similari completamente vegetali che vantano quindi le proprietà nutrizionali dei prodotti dai quali risultano costituiti. 
  • hamburger o similari industriali “carne non carne” (come: Beyond Meat, Impossible Foods e Quorn), che a tutti gli effetti puntano a diventare sostituti della carne sia dal punto di vista nutrizionale che della resa in cucina e al palato. Questi hamburger “carne non carne” sono solitamente a base di proteine vegetali (spesso legumi) abbinate a grano, grassi vegetali e coloranti per rendere colore e consistenza molto verosimili alla carne. Ricordiamoci bene che questi sono da considerarsi a tutti gli effetti prodotti industriali e lavorati, pertanto la loro frequenza di consumo raccomandata, da linee guida, può essere al pari di quella dei prodotti processati ovvero occasionalmente.

I Cibi Plant-Based Industriali sono più Nutrienti e Salutari? Fanno bene alla Salute Umana? 

Come abbiamo visto, sostituire le proteine della carne con alternative vegetali, non è difficile come si pensa. Inserire queste alternative per garantire il proprio apporto proteico giornaliero, non è affatto complesso. D’altronde uno dei principi base di una dieta sana e bilanciata è proprio quello di variare gli alimenti!

Per quanto riguarda i cibi plant-based industriali, questi rientrano nella categoria di cibi ultra-processati (classificazione NOVA 4), che sono per definizione il risultato di formulazioni industriali che prevedono l’aggiunta di più ingredienti industriali al prodotto naturale, tra cui additivi (lattosio, caseina, glutine, siero di latte), conservanti, grassi idrogenati, coloranti alimentari e stabilizzanti.

Per la loro produzione, inoltre, l’industria alimentare ricorre a processi che non trovano corrispondenza nella preparazione domestica degli alimenti (come ad esempio l’estrusione o la pre-lavorazione per frittura). Di questi processi industriali però sottolineiamo che non fanno parte i semplici processi di “fermentazione” e “cagliatura”.

Carne Palnt Based

Alla luce di ciò, questi prodotti altamente industrializzati presentano quasi sempre un basso valore nutrizionale ed una eccessiva ricchezza dal punto di vista energetico: infatti presentano grandi quantità di grassi e di zuccheri, e dall’altro lato risultano carenti di fibre, vitamine e micronutrienti.

I potenziali meccanismi alla base del rischio associato al consumo di cibi plant-based ultra-processati è oggetto di numerosi studi ed ancora in parte da scoprire. Tuttavia le osservazioni epidemiologiche e cliniche oggi disponibili che si interrogano sul potenziale rischio per la salute umana, se e quando questi prodotti diventano la colonna portante dell’alimentazione quotidiana, stanno avendo risultati preoccupanti che ne stanno purtroppo confermando la pericolosità.

Questo presumibilmente è anche determinato dal loro contenuto in numerose sostanze aggiunte (additivi, emulsionanti, zuccheri artificiali etc) che ne aumentano il potere infiammatorio, dai processi di lavorazione e/o riscaldamento cui vengono lavorati che possono generare sostanze potenzialmente cancerogene, come nitrosamine o acrilamide, e dal basso valore nutrizionale complessivo che li caratterizza. Ciò  promuoverebbe la riduzione della biodiversità del microbiota intestinale, favorendo l’insorgere di uno stato di disbiosi. Gli studi più recenti stanno quindi avendo forti riscontri relativamente alla associazione tra la frequenza di consumo di questi prodotti e l’aumentato del rischio di insorgenza di numerose patologie “moderne” tra cui l’obesità in primis e le patologie infiammatorie, neurodegenerative, cardiovascolari ed oncologiche a seguire.

 

Il Nostro Parere

È ormai noto come la routine alimentare nella sua totalità e complessità, può avere un grande impatto sulla salute umana e la salute dell’ambiente.

Un regime alimentare bilanciato, duraturo e sostenibile non deve eliminare nulla, ma deve fare i conti con la realtà: abbiamo un solo pianeta Terra, e le sue risorse sono limitate. Non possiamo trascurare quindi i potenziali rischi legati ad un eccessivo consumo di carne in relazione al possibile impatto sulla salute umana e ambientale.

In termini di sostenibilità ambientale, seppur a fronte del buon contenuto proteico e di micronutrienti, la carne è certamente la filiera produttiva di cibo meno sostenibile del nostro pianeta e la carne bovina in particolare è la filiera che ha il maggiore impatto ambientale (rapporto “indice di conversione alimentare”). Mangiare troppa carne ha una impronta ecologica negativa sul consumo di acqua, sulla produzione di gas serra, sull’eutrofizzazione dei mari e sulla perdita di biodiversità del pianeta.

Per conciliare sostenibilità e salute il nostro suggerimento è quello di consumare la carne con moderazione (secondo quanto raccomandato dalle linee guida), e pertanto di alternare il suo consumo ad alternative sia dal mondo animale (pesce, uova, formaggi), ma ancor più di frequente con alternative appartenenti al mondo vegetale. Di alternative vegetali (“plant-based”) abbiamo visto essercene molte ed abbiamo anche osservato come tali alternative non sono per nulla una “seconda scelta” alla carne ma anzi presentano caratteristiche nutrizionali che la carne stessa non può vantare, come ad esempio il cospicuo contenuto in fibre, grandi alleate del microbiota intestinale.

Quando però parliamo di cibi processati ed ultra-processati, in termini di impatto sulla salute umana non vi è distinzione alcuna riguardo quelle di provenienza animale o vegetale, è ormai assodato che il loro consumo andrebbe limitato, proprio per i possibili effetti nocivi che il frequente consumo di tali alimenti processati industrialmente potrebbero avere sulla salute. Ben venga quindi alternare il consumo di carne con alternative completamente vegetali ed al naturale, come i legumi e i loro derivati non processati, i cereali, la frutta secca e i semi oleaginosi.


BIBLIOGRAFIA

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  • Foodoteka.com/infoteka/alimentazione-e-salute/la-carne-amico-o-nemico-per-la-salute- https://foodoteka.com/infoteka/alimentazione-e-salute/la-carne-amico-o-nemico-per-la-salute
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